Tra le acque serene del lago Nambino, si narra di una leggenda avvolta nel mistero e nella magia, una storia che si tramanda da generazioni.
In tempi antichi, si dice che un imponente drago abitasse le profondità del lago, quieto e riservato. Trascorreva lunghi periodi a riposare sul fondo, nutrendosi di alghe e pesci, mentre di tanto in tanto emergeva per godere del tepore del sole sulle rocce circostanti.
…a riposare sul fondo, nutrendosi di alghe e pesci
Ma un giorno, però, accadde qualcosa di inaspettato. Il drago si lasciò prendere da un impeto di violenza e divorò tutto ciò che incontrò sul suo cammino: pecore, vitelli e persino un pastore. La notizia del suo attacco si diffuse rapidamente, gettando la paura tra gli abitanti della Val Rendena. Nessuno osava avventurarsi sulle sponde del lago, finché due coraggiosi cacciatori della Val di Sole, attratti dalla promessa di una ricompensa, decisero di armarsi di fucile e di partire per affrontare la bestia.
Giunti sulle rive del lago, trovarono il drago addormentato su una grande roccia. Con coraggio e determinazione, presero la mira e lo colpirono, ponendo fine alla sua minaccia. Tuttavia, prima di trascinarlo a Valle, uno dei cacciatori notò qualcosa di straordinario: un grosso uovo bianco tra le zampe del drago.
Si rivelò essere l’uovo di un drago, o meglio, di una draghessa! Fu così chiaro a tutti che il drago aveva attaccato il pastore e gli animali solo per difendere il suo prezioso uovo.
La notizia della liberazione dalla minaccia del drago si diffuse rapidamente e a Madonna di Campiglio si tenne una grande festa in onore dei coraggiosi cacciatori, che ritirarono il premio che gli era stato promesso. L’uovo del drago venne appeso, insieme alla pelle ormai secca del mostro alato, alla parete della Chiesa… e così, la leggenda del drago del lago Nambino, rimase viva nei racconti della gente del luogo.